giovedì 24 ottobre 2013

sono morta un anno fa e con te... rinasco.

Sono morta un anno fa. Sono morta alle 21 e qualche cosa di un anno fa.

Oggi è un giorno triste, e la mente ripercorre le ore che furono e distrattamente cerca di ingannarmi.

Senza volerlo mi sono vestita di grigio e nero, come un anno fa.
Andrea fa il turno di notte, come avrebbe fatto un anno fa.
I gatti si inseguono correndo sulle scale, come un anno fa, come tutti i giorni dell'anno.

Le ore scorrono e aspetto che arrivi la fine del mese per poter girare il calendario che ho lasciato al 30 settembre.

Sono andata da Alby con Andrea questa mattina, a lasciargli un cero e le margherite. "Avremmo dovuto accendere una candelina, non questo", ho esclamato e copiose le lacrime hanno ricominciato a scendere. Quel viale bagnato dalla pioggia, il nostro camminare abbracciati mi ha mostrato di nuovo la vulnerabilità, la fragilità del mio animo.

Un anno fa sono morta alle 21 e qualche cosa. Da un anno a questa parte mi sono ricostruita, mi sono adattata a una realtà che si è modificata, e che ha continuato a segnarmi lasciandomi un vuoto dietro l'altro. Ma dentro, nel profondo io sono morta.

Ho ricevuto moltissime lettere dopo la pubblicazione della lettera, di mamme a cui è successa la stessa cosa, di parenti che hanno vissuto di riflesso, di medici anche. Poi è stata pubblicata anche su Donna Moderna e anche lì ho ricevuto testimonianze e affetto. Sono arrivati anche inviti a farmi guardare da qualche specialista, sembra che non sia normale piangere e pensare ancora ad Alby, sembra che sia giusto andare oltre nel vero senso della parola, come se questo non mi avesse segnato o fosse contato. Ma le parole di questo tipo mi scivolano addosso.

Il 15 ottobre ho acceso le mie candele, per Alby e tutti i bimbi meteora che ho conosciuto:
Le mie candeline


Molte sono state le candele accese alle 19 (mi scuso se qualche foto manca ma dal cell non riesco a scaricarle). Per un attimo, nel calore di quelle fiammelle ho sentito concretizzarsi tanto amore... La più grande delle mie candele ha brillato per tutta la notte...





































Un'onda di luce sono certa che sia arrivata fino in cielo.

Sono morta un anno fa, su quella poltrona del monitoraggio mentre le ostetriche si affannavano per cercare il tuo cuore... e io avevo capito subito...da quel fruscìo senza vita. Sono morta mentre la mia testa iniziava ad andare sotto shock e il cuore ad urlare. Ti ho sentito per l'ultima volta alle 21 quando hai fatto il tuo ultimo movimento quello che per me era "Eccolo! si è mosso, posso tornare a casa..." e che invece era il tuo sussulto di morte.

Sono morta tra gli abbracci stretti in pianto di Andrea, sono morta quando ti ho abbracciato la mattina dopo, quando ho lasciato che il tuo viso restasse impresso nella memoria, e il tuo peso sul mio cuore. Sono morta quando ho dovuto dire a tutti che "ce la facevo", quando sono tornata a casa e ho messo via tutti i tuoi vestitini, sono morta quando avevo un bisogno fisico e mentale di averti, di cullarti, di amarti come avrei voluto.

Sono morta per le persone che non ce l'hanno fatta a starmi accanto, sono morta insieme a Papà, sono morta ogni volta che mi guardo allo specchio e vedo oltre al mio riflesso.


Eppure, con te rinasco. Rinasco nel tuo ricordo, nella forza che hai saputo darmi, nell'amore che mi hai insegnato. Rinasco nella speranza che si fa spazio dentro di me. Rinasco oltre la paura che altro dolore possa sommarsi a questo, nel coraggio che trovo ogni giorno ad affrontare il mondo.

Non conoscevo l'amore, non conoscevo la disperazione e non conoscevo la vita.

Sono morta un anno fa e oggi, con te, rinasco.
 












sabato 12 ottobre 2013

Quando si riesce a fare divulgazione incosciamente

Ho scritto l'altro ieri il post sui babyloss. Sempre l'altro ieri ho scritto una lettera a Repubblica.it, perché venisse fatta menzione della giornata dei babyloss. Più se ne parla, più si genera consapevolezza.

Questa mattina ricevo una mail da un signore a proposito della lettera. Avevo messo il mio indirizzo mail del lavoro...come faceva a conoscerlo?

Così cerco su Repubblica.it, ma non trovo nulla. Allora combino su Google, Silvia+Repubblica+Compomat e si apre un pdf. Questo.



Su La Repubblica di oggi, accanto a "L'Amaca" di Michele Serra. Hanno tagliato la lettera, l'avevo incentrata sul babyloss e lo hanno solo menzionato alla fine. Ma almeno c'è consapevolezza. E niente non è.


giovedì 10 ottobre 2013

Babyloss


Il 15 ottobre è la giornata mondiale del babyloss, una giornata in cui tutto il globo sarà attraversato da un'onda di luce. La giornata per ricordare al mondo che esistono, e sono esistiti i bimbi meteora, i bimbi come Alby.

In diverse città italiane alle 19 verranno accese delle candele ad illuminare il loro ricordo. Io non parteciperò a uno dei raduni, ma accenderò per il mio amore piccolo un po' di candele, quelle che mi sono state regalate, e quelle che ho comprato... Ovunque voi siate, il 15 ottobre,  accendetene una alle 19. In questo modo anche voi contribuirete a "non scordare". La stessa cosa verrà fatta in tutto il mondo alle 19 locali, così,  per tutto il giorno, la Terra sarà attraversata da un'onda di luce che si propagherà in ogni nazione a seconda del fuso orario.

Mi sembra un gesto carico d'amore. Il 15 ottobre sarà quasi un anno per noi. Io non vedo l'ora che passi questo mese... lo ammetto, non vedo proprio l'ora. Anche se so che una volta passato il 25, ricontinuerò a contare e a pensare "un anno fa..."

Una delle mie amiche incinte ha partorito, siamo andati a trovarla e non ho avuto alcun problema a guardare quel bimbetto...indice del fatto che piano piano ho superato tutte le paure. Non l'ho voluto prendere in braccio, e lei un po' c'è rimasta male, non le ho detto il motivo.

Il fatto è che sento ancora addosso il corpo di mio figlio, ricordo perfettamente il suo peso su di me, quell'unico abbraccio. Ed ho paura di scordarlo, di rimuoverlo prendendo in braccio un altro neonato.
E per questo non sono ancora pronta. 

Forse non ci si abituerà mai a questa condizione di assenza.
Forse ad alcuni sembrerà anche sciocco accendere una candela, ma credo sia da sciocchi pensare che questi bimbi meteora non siano esistiti.







mercoledì 2 ottobre 2013

Sfogliare il passato

Sto portando avanti un lavoro che seguiva papà.

Sfoglio pagine di un libro che aveva imbastito, leggo le date dei file, quelle riportate a penna sulla bozza cartacea. E sento la nostalgia che avanza.

Eppure, Silvia, sei andata oltre. Non ha senso pensare a queste cose, non ha senso rapportare l'oggi a ieri. Pensiamo al domani...

Ma il passato torna improvviso, a farti capitolare. Vorresti smetterla di piangere, ma a volte servono lacrime purificatrici per disinfettare il dolore, a volte serve sfogare tutto quello che stai cercando di placare...e allora le lasci scivolare via.

Il passato torna sempre, forse perché senza di esso non ci sarebbe il presente. Così la visita medica per il lavoro "Ah, bene, l'anno scorso eri incinta di 7 mesi e mezzo.." e te che non sai più che cosa dire, quale parole pronunciare per non sentirtele rimbombare in testa, e le solite frasi di cordoglio. E la maschera da indossare per dire "sto bene, ora". A volte mi sento così stanca. Altre così triste. Altre ancora capace di fare qualsiasi cosa.

Incominciano i primi compleanni, quelli delle mie amiche di Novembre, i prematuri, e poi, piano piano tutti gli altri. Il giorno che è nato Alby sono nati altri bambini. Mi fa effetto vedere come stanno crescendo e inevitabilmente penso a come sarebbe lui, avrebbe cominciato  a gattonare e forse a camminare... e magari avremmo fatto una bella festa, con i nonni.

No, dai, smettila.

Stai sfogliando pagine di una vita che non ci sarà mai più. Premi "mela +Z",  torna indietro, riavvolgi il nastro e smettila di  giocare a "sarebbe bello se".

Ora è altro, te lo ripeti da quasi un anno.

Lasciati vivere, lasciati sorridere. Prendi quello che il passato ti ha dato e fanne tesoro,  avanti, sempre avanti. A forza di dirmelo ci credo. Forse resta solo da guardare a quel passato che si presenta improvviso e farlo attraversare, forse basterebbe solo sfogliare un'altra pagina e superarlo. O ancora meglio, aggiornare il file alla data di oggi.