sabato 23 gennaio 2016

Di storie

Un blog è un'istantanea di quello che vuoi dire, ciò che pensi prende forma e lo spari al mondo, con parole che di getto butti giù.

Ci sono miliardi di blog nel mondo.
Il mio è uno dei tanti, nato per esigenze personali, si è trasformato ed è diventato una sorta di diario in cui annoverare i pensieri del momento, spesso tristi. Perché fondamentalmanete sono una "crepuscolare".

Tuttavia, dato che è vero che "Todo Cambia", vorrei modificare il mio o dargli una sorta di "linee guida", questo perché altrimenti risulta caotico, e senza senso, forse come me.

Allora mi sono domandata: "Ok, di che parliamo?" (perché quando mi rivolgo a me stessa lo faccio sempre al plurale, non per valore nobiliare ma perché parlo a me e alle mie tante sfaccettature, a Jacopa e all'omino del cervello). Risposta: "Non so".

Ci sono i blog delle "mamme felici", e non li sopporto. I blog "delle mamme" in genere non li tollero...e non perché sia contro la maternità, sia chiaro, ma perché non mi piacciono..."sono mamma, faccio questo, puoi farlo anche te, faccio quest'altro, puoi farlo anche te".

Un po' come quando vai dal parrucchiere, quello con tre spazzolate fa sembrare i tuoi capelli "domabili", poi vai a casa ec ol cavolo che riesci a rifare quella spazzolata che sembrava facile. Per cui, per partito preso, non posso far diventare il mio blog di questo tipo.

Che poi ci sarebbe ancora da dire...insomma io la mia maternità l'ho cercata, sudata e ora che ce l'ho che devo dire? che devo fare? devo mostrare al mondo che avere un figlio ti ripaga?

Anche no.

Preferisco fare quella contro-corrente. Forse proprio perché per arrivarci ho faticato tanto, o forse perché sono una ribelle-inside (solo inside e ben nascosta)...parlerò, come ho sempre fatto, della vita di una quasi 37-enne (passano gli anni eh?) mettendo in luce ciò che spesso gli altri non dicono della maternità, del lavoro autonomo, dell'essere moglie di uno che fa i turni, delle amicizie che cambiano, dell'insoddisfazione, della famiglia, degli animali.

In pratica, come al solito.

Parlare di cose tristi mi viene  più naturale che parlare di altro... ma sinceramente mi sarei anche un pochino.,. come dire...stufata.

Ma la vera domanda è, come sento alla radio da qualche giorno: Ora che hai scritto la storia della tua vita c'è qualcuno disposto ad ascoltarla?




10 commenti:

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    1. ma hai preso i popcorn? E gli striscioni?? Lo sai che ci tengo ad avere un seguito adeguato...

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  2. Cara mia, io ci sono. Come già detto. E ti ascolto.
    Non posso che essere d'accordo con te sul discorso dei blog mamma peschi, ma capirai che se lo scrivo è un attimo a scrivere e pensare che rosico. Quindi non lo scrivo ma approvo. Figurati mi annoio a leggere i blog di pma e di infertilità, quindi, pensa te..
    E approvo le tue nuove linee guida!

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    1. grazie!! Mi ero un po' pentita di averlo scritto...subito i sensi di colpa nei confronti delle tante blogger di questo tipo...mi dai conforto!!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ma perché vuoi parlare,di cose tristi? Basta parlare di vita.

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    1. Ma infatti ho detto che non voglio parlare di cose tristi! Che mi viene meglio perché ho cominciato a scrivere quando stavo male ma che mi sono stufata!! Infatti voglio proprio parlare di vita!

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E quindi? che ne pensi?