sabato 24 agosto 2013

Sono un lupo travestito da agnello?

Me lo sono domandato in questi giorni. 

Ha ragione Andrea quando dice che quando mi fisso su una cosa non vedo più le sfumature.

E chi le vede, poi?
Una volta raggiunta l'età della consapevolezza (e come ci si arriva non importa, ma ci si arriva) è difficile rimodellarsi, e poi su chi? su cosa? Sulla base di quale stereotipo?

Forse sono un lupo travestito da agnello... io scrivo su un blog perché è oramai parte integrante del cammino che ho iniziato 10 mesi fa (10 mesi... domani, abbiamo superato la metà perfetta, siamo nel vuoto che è più grande del pieno).

Ti rispondo qui, rispondo a chi come te magari se lo chiede. Non scrivo "gli affari miei" in mezzo a "cuoricini di sconosciuti", ho iniziato a scrivere per non implodere, per permettere alla mia famiglia di capire come stessi, perché come sai le parole a volte non vengono fuori e la mia famiglia, le mie fondamenta, erano spaesate e sconvolte come me. Puoi decidere di andare da uno psicologo e pagare 60 euro a seduta, o puoi decidere di smontarti e rimontarti da sola, certo c'è la possibilità che non essendo seguita da un "tecnico" tu possa montare qualche pezzo male, o lasciarne fuori qualcuno... ma è un rischio che si può correre, soprattutto se non credi e non vuoi farti aiutare da una persona estranea. Così mi sono aiutata da sola, e piano piano si sono aggiunte persone sconosciute che mi hanno sostenuto in un cammino durato poco più di 180gg. Questo blog, è il figlio di quel processo.

Quel sostegno che cercavo in te e che da te non è arrivato, o forse, non come lo avrei voluto, o, ancora meglio, come avrei fatto io se fosse successo a te. Lo so che non è facile rapportarsi al dolore, e so anche che probabilmente non ho permesso a nessuno di avvicinarmi in modo facile. Ma alcuni ci sono riusciti, e non so se serva un "manuale" per capirmi... forse. Dici di avermi seguito da lontano e poi mi dici che  Leggendoti in questi mesi ho sempre avuto la sensazione che tu non riuscissi piu' ad andare avanti. No, non è così se mi hai letto veramente ero a terra, mi sono rialzata, sono caduta decine di volte e mi sono sempre rialzata, nelle righe che scrivevo mi domandavo dove fosse finita la gente intorno a me, dove fossero le mie amiche. Forse non era queste righe che leggevi, ma altre, magari le frasi di nostalgia su fb.

Non tutti hanno una vita facile. La mia non lo è, e da tanti anni oramai. Ho perso la spensieratezza dei ventenni a 22 anni. Dopo è stato un susseguirsi di vita carica di responsabilità e di razionalità.

Ho letto Freud e Jung e non so come collocarmi in un piano terapeutico, ma so che aver scritto quel post "per te" è stata la spiegazione ai miei silenzi, una sorta di lettera d'addio se vuoi, o una manifestazione evidente di quello che non mi va più bene, non sono sparita, ho tagliato i rami che non portavano più linfa. Sapevo che se avessi voluto mi avresti cercata, e mi dispiace solo che tu lo abbia fatto solo ora, e attraverso un commento di un post. Non ci siamo prese con i tempi, con i modi, forse siamo entrambe maldestre. Non ho notato cattiveria nelle cose che mi dicevi, ma superficialità.

Sono io che questa volta ti ho scosso, senza buone maniere. E l'ho fatto nel mio spazio, nel mio mondo contornato da sconosciuti.

Forse hai ragione sono indurita dai lutti, te come staresti? Prova a pensarci, anche solo un istante. Prova a pensare cosa voglia dire perdere due amori in soli 6 mesi.

Sai cosa voglia dire alzarsi ogni giorno dal letto con il cuore che sanguina? Un senso di vuoto profondo, fai conto, come quando ti lascia un ragazzo...ma amplificato 10000 volte.

Ho perso un figlio amato ancor prima che si manifestasse, ho perso un padre che adoravo e per il quale nutrivo una stima e un valore incommensurabile. E cosa chiedevo dopo? Un abbraccio. Una manifestazione concreta di affetto. Un "Silvia io ci sono". Ma non dirlo al telefono, dimostrarlo. Non basta pensare a una persona per farle sapere che le si è accanto, sia perché la telecinesi funziona con pochi sia perché è troppo facile dire "non so come comportarmi". Io secondo te lo sapevo? lo so? No.


Perché il dolore ti annienta, ti scalfisce l'anima e ti fa vacillare. E andare avanti per inerzia è terribile, devi trovare la forza per evitare di affondare. Sarei potuta affondare in un attimo, ho pensato alla morte tante volte, ma poi sapevo che mio padre mi leggeva, che chi mi amava era lì ad osservarmi e a vedermi reagire, e allora ho comiciato a farlo davvero, l'ho fatto solo per loro, perché non soffrissero più. E questa reazione a catena mi ha salvato.

Poi la morte di papà. Un fulmine a ciel sereno il giorno dopo aver avuto un aborto. Un buio profondo dopo aver visto un barlume di luce. E tu mi dici che mi dispiaceva ancora di piu' perche' sto passando un bel periodo e che vorrei che fosse cosi' per tutte le persone a cui voglio bene. Ma davvero non ti rendi conto di quanta semplicità ci sia in queste parole? Io sarei una persona a cui vuoi bene? E quando mi vuoi bene? Quando la vita è facile e siamo tutti sorridenti? O quando sto di merda e non riesco a credere che la vita mi abbia stretto in una morsa da cui fatico a liberarmi?

Sono sicuramente una persona diversa, ora. Sarò ancora più stronza, se vuoi, più seria, anche.

Se penso alla montagna di cui mi parlava mio padre...penso che siamo a due altezze diverse, vediamo panorami diversi. Magari un giorno saliremo di nuovo insieme, e se ti fa stare meglio ti dico che continuo a camminare in solitaria... contornata da cuoricini sconosciuti che mi hanno aiutato davvero.

Sono un lupo travestito da agnello?  Forse.
Sono una stronza? Probabile.

Sono intransigente? Sì.



Vedo poche sfumature...forse mi sono abituata a camminare nel buio, o forse, il buio non mi fa più paura.

Un giorno, il più lontano possibile per te, ti renderai conto di una parte di ciò che provo, e quel giorno riusciremo a capirci, e parleremo la stessa lingua, quella del cuore.

Buona strada.







10 commenti:

  1. Questa ragazza ha una paura folle di morire o che gli accada lo stesso...per questo non ha saputo starti vicino! Hai dimostrato più e più volte di potercela fare anche "da sola", anche se sola non sei..immagino che vicino a te ci sia tuo marito e il resto della tua famiglia, uniti in un abbraccio unico. Io ti stimo tanto...ma tanto tanto e so che tu hai le forze e le capacità per risorgere, nuova e bella e più forte di prima...come una FENICE.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non avevo mai considerato questo punto di vista ma hai ragione.
      Forse si reagisce così perchè si ha paura di vivere lo stesso dolore...

      Elimina
  2. Un lupo travestito da agnello...mah... potresti essere anche un falco travestito da pangolino, in ogni caso non mi sembri una che "non riesce ad andare avanti".
    NOn è facile stare vicino al dolore, sicuro, però che cazzo, è anche così difficile? Alla fin fine, forse ci vuole anche un po' di voglia, per starci.
    Se questa persona non può/vuole starti vicino, allora che stia lontana, o stalle lontana tu, che comunque sia...di cose in cui investire energie ne hai tante tante.

    RispondiElimina
  3. Ognuno è libero di esprimersi ed esternare il proprio dolore nella maniera che ritiene più consona, anche tramite un blog, letto da sconosciuti che però col tempo sono più presenti e vicini di chi ti conosce da tempo.
    Che male c'è a sfogarsi con un diario virtuale quando chi è a 5 cm da te non ti capisce, crede di conoscerti e invece non sà il turbinio di emozioni che lotta dentro di te.
    L'ho fatto anche io......e son stata meglio.
    Quando questa persona critica il fatto che noi estranee siamo più vicine a te di lei che ti conosce da una vita, bhe scusa se sono franca, è solo invidia...perchè noi (mi ci infilo nel mio piccolo pure io,concedimelo) ti abbiamo capito, ascoltato letto in silenzio e aspettato che tu fossi pronta, lei in questo non c'è riuscita e non trovo carino additarci come estranee a cui sbandieri i cavoli tuoi, no, queste affermazioni mi fanno imbestialire.
    Silvia, te lo ripeterò all'infinito, nn hai nulla che non và, cosa c'è da capire ancora? cosa devi dimostrare a chi? nulla... basta stella, sono stanca io per te di leggere queste cose..... non giustificarti più.....non siamo nate col manuale, ma basterebbe poco per essere capite, non è una dote di tutte.
    Un bacio

    RispondiElimina
  4. Solo chi soffre e ha sofferto veramente, chi ha perso qualcuno sa cosa stai passando, poi ognuno vive il dolore a modo suo e lo affronta a modo suo...
    Questo è il TUO modo, è quello che ti sta aiutando a stare in piedi. Non sei tu che devi capire gli altri....ma loro. Non sono loro che hanno perso 2 persone speciali, ma TU.
    Un abbraccio...

    RispondiElimina
  5. E' vero, stare vicino al dolore è difficile. Forse perchè abbiamo paura che possa essere contagioso. Forse perchè si ha paura di non saperlo alleviare.
    Ma non stare vicino non è la risposta.
    La vita ci mette davanti ad ostacoli enormi e parti e persone della nostra vita rimangono indietro. Non guardare indietro. Vai avanti. Fai pulizia, taglia i rami secchi e aspetta la nuova fioritura.
    Noi siamo qui.

    RispondiElimina
  6. "E quando mi vuoi bene? Quando la vita è facile e siamo tutti sorridenti? "

    ho detto e scritto queste parole tantissime volte.
    Potrei aver scritto questo testo io, senza cambiare nulla.
    Mi ritrovo in tutto quello che stai provando, tutti i rapporti caduti in frantumi di fronte al dolore "che non si può controllare".
    Mi ritrovo nella solitudine che le persone possono darti senza nemmeno rendersi conto che ogni frase, ogni parola, pesa come un macigno quando stai male.
    Tante volte mi sono detta che anche io, come te, non ho il libretto delle istruzioni per starmi vicino pur sapendo che non è affatto facile. Qualcuno ci è riuscito, tutte le persone che dichiaravano di volermi bene, no.
    Sono così arrabbiata per questo che in questo momento sto avendo un crollo, più fisico che emotivo, e combatto mal di stomaco e coliche che mirano al mio stato d'animo, già fortemente provato.
    Mi dispiace Silvia, so cosa provi e sono daccordo con te quando dici che tante volte ti sei rialzata.
    Lo posso testimoniare, perchè, pur non frequentandoti, ho la sensibilità per capire alcune cose, come te.
    Molte persone non hanno questo dono, dono a doppia lama, che fa bene e che fa tanto male, soprattutto a noi stesse.
    Ricordati: sei tu che, grazie alla corsa faticosa che hai dovuto affrontare in passato, sei avanti ora.
    Guarda indietro. Voltati.
    Sei sicura che vorresti stare indietro?
    Io non credo.
    Nonostante tutto.

    ti abbraccio forte.
    Anna

    RispondiElimina
  7. E' difficile commentare proprio dopo il bellissimo commento di Anna...
    Io sono fermamente convinta che non ci sia un modo universalmente corretto per affrontare un lutto, per ogni persona il modo "corretto" è quello che la aiuta a sentirsi meglio, a trovare le motivazioni per andare avanti, e non è detto che sia lo stesso di un'altra persona, si tratta di un qualcosa di così intimo e profondo che non è detto che dal di fuori possa essere del tutto compreso. Penso che, però, un amico dovrebbe almeno sforzarsi di comprendere, o, almeno, non criticare. Se fossi al posto della tua amica, forse, mi chiederei se il tuo confidarti con estranei nel mondo virtuale non sia, almeno in piccola parte, secondario alla mancanza dell'appoggio che ti saresti aspettata da parte di alcune persone della tua vita "reale".
    Scusami se sono stata indelicata
    Serena

    RispondiElimina
  8. Io non credo ci siano delle reali regole di comportamento se non quelle dettate dall'affetto e quindi dall'assenza di egoismo perché è quello il punto: pensare a se stessi quando non e ' il momento di farlo. Non è non sono capace ma è essere li e stop. Se qualcuno ha difficoltà per assurdo pur essendoci un' amicizia solida non dovrebbe sfogarsi con il diretto interessato ma con qualcun'altro. La piazza virtuale in prima battuta serve solo per sapere se ci sono altre persone come te, per capire come fare diciamo.A me in un primo momento ad esempio è servita perché pensavo delle cose talmente brutte che non avevo il coraggio di esternare a voce, smettiamola di demonizzare a prescindere internet e appunto prendere sul personale decisioni che vengono prese in momenti che chiamare difficili è poco. O forse non abbiamo il diritto di esternare il nostro lutto come ci pare? Ci sono delle cose giuste e sbagliate? Fino a che non si rischia l'annientamento personale tutto è lecito. Senza pensare che ci sono degli affetti familiari a cui già si deve pensare che stanno soffrendo come e più di te e a cui tu devi necessariamente stare accanto. Il mondo virtuale in confronto a tutto questo alla fine diventa una piccola cosa.
    Manu

    RispondiElimina
  9. Già. Non ho molte parole.
    Sei molti passi avanti Silvia perchè le cose che ti accadono le vivi totalmente, ti concedi sempre e per questo ti ammiro. Le persone hanno paura o ignorano, te invece sei piena d'amore.Non resta che raccoglierlo e dedicarlo..Non può che mancare poco.
    Un abbraccio
    Petalo ritardataria ma sempre SiRvia2

    RispondiElimina

E quindi? che ne pensi?